Una nuova direttiva europea per il diritto civile dei robot?
Partecipando all’ultima assemblea generale ordinaria del SIRI, l’Associazione Italiana di Robotica e Automazione, sono venuto a conoscenza del fatto che la commissione giuridica del parlamento europeo ha presentato una relazione che contiene delle raccomandazioni per la scrittura di una nuova direttiva europea che introduca una sorta di norma di diritto civile dei robot. Potete trovare il testo a questo indirizzo.
I soci dell’assemblea hanno preso seriamente questo testo e sono state avanzate proposte per avviare delle azioni di richieste di revisione della relazione.
Ma di cosa si tratta?
Il documento datato 31-5-2016 è redatto da Mady Delvaux membro del parlamento europeo vice presidente del comitato per affari legali, capo del gruppo di lavoro sulla robotica. La signora Delvaux è laureata in lettere ed è stata insegnante fino all’89 prima di intraprendere la carriera politica. Non è quindi un’esperta di materie scientifiche ed effettivamente nel documento si respira un’impostazione più umanistica che scientifica. Questo documento pone le basi su un altro documento, nato dai risultati del progetto quadro europeo FP7 ROBOLAW.
Il documento della signora Delvaux, a mio avviso, parte un po’ maluccio parlando di Frankenstein e, più avanti, del fatto che i progettisti attualmente debbano riferirsi alle leggi di Asimov ma successivamente propone spunti di discussione molto interessanti che riassumo di seguito:
- si parla ufficialmente all’unione europea di nuova rivoluzione industriale che toccherà tutti gli strati sociali
- si parla di sicurezza sia sistemica sia di pirataggio perché “le applicazioni e gli apparecchi comunicheranno tra di loro e con le banche dati senza che gli esseri umani intervengano o persino siano consapevoli di cosa sta accadendo
- si approfondisce il tema diritti di proprietà intellettuale e di privacy
- si parla in maniera abbastanza estesa di responsabilità giuridica dei robot
- si sollevano problemi etici derivanti dall’uso massiccio di robot
- si accenna al grande tema della sicurezza non solo informatica dell’uso dei robot
- si parla della necessità di “una tabella di marcia per l’eventuale uso e revisione del quadro delle competenze digitali e dei descrittori delle competenze digitali per tutti i livelli di discenti”
- si parla di occupazione spingendosi addirittura in dichiarazioni del tipo che si “debba essere seriamente presa in considerazione l’introduzione di un reddito di base generale, e invita tutti gli Stati membri a procedere in tal senso”
- si parla di regime di assicurazione obbligatorio e obbligo da parte del produttore di “stipulare una polizza assicurativa per i robot autonomi che produce” circoscrivendo la proposta ai robot “sempre più autonomi”
- tra le righe si parla di nuove professioni emergenti e anche curiose come “l’insegnante dei robot” e “l’avvocato specializzato in robotica”
Tanta carne al fuoco non pensate?
Al di là degli approfondimenti, penso che la redazione di un documento ufficiale che ponga in luce queste tematiche sia un fatto importante e soprattutto che evidenzi come i tempi stiano cambiando… e anche velocemente.
Responsabilità giuridica dei robot? Problemi etici? Sembra un romanzo di fantascienza invece è il frutto dei nostri tempi. Sono anche sicuro che la maggior parte delle persone non abbia ancora riflettuto su molti aspetti sopra elencati o addirittura non sia aggiornato su questi argomenti.
Qui sotto metterò l’accento su alcuni argomenti e sarebbe bello se qualcuno di voi mi aiutasse a discutere e approfondire anche gli altri.
La nuova rivoluzione industriale
Nel documento si parla apertamente di robotica e IA:
“la robotica e l’intelligenza artificiale promettono di portare benefici in termini di efficienza e di risparmio economico non solo in ambito manifatturiero e commerciale, ma anche in settori quali i trasporti, l’assistenza medica, l’educazione e l’agricoltura, consentendo di evitare di esporre esseri umani a condizioni pericolose” (cit.)
Siete tutti a conoscenza del lavoro che si sta intraprendendo in questi campi?
Trasporti:
C’è molto fermento e ci sono anche diverse soluzioni commerciali nel campo dei droni e dei veicoli a guida autonoma.
Per citare alcune aziende tra le più famose in questi ambiti, come dimenticare Tesla con tutte le implicazioni etiche sollevate nell’algoritmo che si dice debba controllare l’auto in caso di incidente imminente: chi è meglio salvare?
O come nel caso dell’incidente mortale accaduto recentemente durante un tratto di guida autonoma, che ha messo in ombra Tesla che si è subito risollevata con un guidatore portato autonomamente all’ospedale dopo un malore durante una guida “cosciente”.
Vi ricordo che anche big come Ford, Toyota, Apple, Google, Huber, Nissan… stanno lavorando sulla guida autonoma
Nel campo dei droni il caso che più ha fatto scalpore è Amazon, con i loro droni di consegna. Ma ho scoperto che ci sono progetti in Shell per usare droni per il controllo di interi siti petroliferi, controllo bagnanti, verifica costruzione airbus o altre interessanti applicazioni. E le aziende che propongono prodotti su questo filone si stanno già facendo vedere.
Assistenza medica:
Dai futuristici robot che sostituiscono gli infermieri per facili compiti alle tecnologie già oggi disponibili per trasporto di materiali pericolosi o per semplificare il flusso di lavoro negli ospedali.
Abbiamo già esperienza diretta in questo campo, mandateci una richiesta di informazioni se volete approfondire.
Agricoltura:
Recentemente potete vedere questo nuovo progetto ma ce ne sono in atto altri, basati su braccia che si muovono tramite dispositivi mobili.
Educazione:
Avete mai sentito parlare di robot per insegnare STEM?
Operazioni pericolose:
E di robot per controllare fughe di gas?
Responsabilità giuridica dei robot
Non sono la persona più adatta ad approfondire argomenti di giustizia. Quello che però è importante sottolineare è che la legge vigente ha già uno strumento efficace in ambito industriale: la legge sui macchinari di produzione (cfr. Direttiva UE sulle macchine 2006/42/EC). Tramite la normativa ISO 10218 e la sua specifica tecnica TS15066, stabilisce e regolamenta in modo approfondito la sicurezza derivante dall’utilizzo di robot industriali in ambito produttivo (…potete partecipare ai nostri seminari gratuiti per saperne di più sull’argomento!)
Quindi, a mio avviso, la tematica aperta è quella che riguarderà le tecnologie che saranno introdotte a breve: droni, macchine a guida autonoma, robot per la consegna autonoma di spese e quelle che arriveranno, come i robot con capacità di apprendimento e robot collegati in cloud.
Regime di assicurazione
E’ un’idea interessante! Discutendo con i partecipanti ai nostri seminari gratuiti, spesso si fa il parallelo dell’utilizzo dei robot collaborativi con l’utilizzo delle automobili parlando di “patente” e di assicurazioni. In effetti il parallelo può essere valido: anche il robot può essere in un certo senso “guidato”, può diventare più o meno pericoloso per terzi a seconda del conduttore. Ci sarà sicuramente distinzione tra un robot industriale (in questo caso chi è il guidatore, l’operatore? il tecnico programmatore? il titolare? la risposta c’è già: basta controllare la già citata 2006/42/EC) per cui le leggi attuali potrebbero essere già sufficienti e, invece, un robot (nella cui accezione in cui includo anche auto a guida autonoma e droni) per uso privato in cui un assicurazione potrebbe essere una valida proposta.
Questo permetterebbe anche al produttore, il programmatore, il proprietario o l’utente di avere una responsabilità limitata in quanto “i robot autonomi intelligenti sarebbero dotati di un fondo di risarcimento a cui tutte le parti potrebbero contribuire in proporzione variabile e il risarcimento dei danni alle cose potrebbe avvenire solo entro i limiti del fondo, mentre altri tipi di danni non sarebbero soggetti a tali limiti” (cit.).
In un passaggio del documento si propone addirittura “la retribuzione dei robot autonomi intelligenti”, dove se ne propone anche una definizione e classificazione.
Definizione e classificazione dei “robot intelligenti” e loro registrazione
“È opportuno stabilire una definizione comune europea di robot autonomo intelligente, tra cui eventualmente le definizioni delle sue sottocategorie, tenendo conto delle seguenti caratteristiche: la capacità di acquisire autonomia grazie a sensori e/o mediante lo scambio di dati con il proprio ambiente (interconnettività) e l’analisi di tali dati, la capacità di apprendimento attraverso l’esperienza e l’interazione, la forma del supporto fisico del robot, la capacità di adeguare il suo comportamento e le sue azioni al proprio ambiente.” (cit.)
E’ questa la strategia: classificando le categorie di robot si potranno distinguere le categorie che avranno potenzialmente bisogno di assicurazione da quelle che non ne avranno. Ci sarà un censimento e magari anche una carta di identità robotica? Molto probabilmente per le categorie industriali che siamo abituati a vedere tutti i giorni non ci sarà bisogno di particolari provvedimenti, ma l’utilizzo di intelligenza artificiale e deep learning è sempre più diffusa e non escludo che a breve troveremo robot “autonomi” anche nelle nostre aziende.
Revisione del quadro delle competenze digitali, in una parola: formazione
E’ chiaro che in un contesto di cambio delle competenze richieste in ambito lavorativo ma probabilmente anche nella vita di tutti i giorni saranno per tutti necessari aggiornamenti non solo tecnici ma anche sociologici giuridici particolari corsi sociali per docenti.
E per questo motivo che in America è nato questo servizio governativo che sta piano piano prendendo piede in tutto il mondo e che comincia ad essere utilizzato anche nelle scuole in Italia.
La nostra azienda si impegna regolarmente nella organizzazione di seminari gratuiti per la divulgazione delle tecnologie dei nostri prodotti e da qualche tempo sponsorizziamo e sopportiamo A-BIT-C associazione no-profit per l’insegnamento dei principi della robotica ai bambini delle scuole elementari e medie.
Cito un ultimo passaggio che personalmente solleva qualche riflessione critica
Il documento suggerisce che le imprese dovranno essere tenute a comunicare:
– il numero di “robot intelligenti” utilizzati nella loro fabbrica
– i risparmi sugli oneri sociali riconducibili all’uso della robotica in sostituzione del personale
– una stima dell’importo e della percentuale delle entrate dell’impresa derivanti dal ricorso alla robotica e all’intelligenza artificiale
Voi cosa ne pensate?
Rinnovo l’invito a partecipare alla discussione, qui sul blog o ai nostri seminari gratuiti sulla robotica collaborativa!
A presto!