Cobot: una scelta intelligente anche per l’efficienza energetica
Il ROI dei robot collaborativi è inferiore ai 12 mesi in media, e può essere ulteriormente accorciato grazie agli incentivi statali – con il credito d’imposta che ancora fino al 31.12.22 è del 40% in 3 anni.
Accanto a questa considerazione, una valutazione che le aziende (e in particolare le piccole e medie imprese) si trovano a fare nel momento in cui valutano l’opportunità di integrare uno o più cobot nella propria produzione, passa anche attraverso i costi di mantenimento di questo dispositivo.
Abbiamo già raccontato in più di un’occasione di come l’integrazione sia facile e veloce, al pari della riprogrammazione.
I robot collaborativi Universal Robots, di cui siamo distributori per l’Italia – e in particolare la Lombardia – già dal 2011, sono come utensili evoluti in grado di realizzare tante attività all’interno di un impianto industriale, dalla pallettizzazione al carico/scarico di macchina utensile, dalla finitura superficiale all’inscatolamento fino alla nuova frontiera della saldatura, anche 24/7.
Anche le attività di manutenzione sono davvero minime, e anzi la particolare struttura modulare dei cobot UR, basata su tubi cavi, consente di riparare parti eventualmente danneggiate o usurate nel giro di poche ore.
Insomma, i cobot sono una scelta davvero intelligente!
C’è però un ulteriore vantaggio di cui forse non si parla abbastanza: i cobot Universal Robots sono infatti molto più piccoli e leggeri rispetto ai robot industriali che svolgono lo stesso compito; questo fa sì che la quantità di energia elettrica necessaria per farli funzionare sia di gran lunga inferiore.
I consumi di energia elettrica di un cobot, infatti, sono assimilabili a quelli di alcuni tra gli elettrodomestici d’uso più comune.
- Per esempio il robot collaborativo UR3, il più piccolo della linea Universal Robots, per funzionare utilizza una potenza di circa 100 W: in pratica quanto un PC desktop.
- UR5 usa 200 W per funzionare: come una console per videogames di ultima generazione.
- UR10 e UR16, i più impiegati in diversi contesti industriali, necessitano di una potenza di 350 W, quanto un frullatore.
- Anche il nuovo UR20 con il suo payload fino a 20 kg impiega quanto una lavatrice per funzionare: 500 W.
La conferma di questi dati arriva, oltre che dalle schede tecniche di ciascun modello, anche da una considerazione che ciascuno può fare anche con il semplice colpo d’occhio: la presa di corrente necessaria per alimentare i cobot UR è una normale presa civile, come quelle che si trovano in ogni abitazione, mentre i robot industriali tipicamente sono alimentati con delle prese trifase.
Questa caratteristica permette anche di impiegare i cobot senza dover intervenire sul layout della produzione: non serve stravolgere la struttura per tirare una corrente a tensione maggiore in diversi angoli dell’azienda, proprio perché per far funzionare i robot collaborativi è sufficiente una comune presa di corrente.
I consumi energetici ridotti dei cobot possono essere ulteriormente ottimizzati con facilità in diversi modi.
Per esempio è possibile programmare un semplice pulsante di “accensione e spegnimento” per evitare anche il minimo spreco nei momenti di inattività nel corso della giornata.
Oltre a questo, la gestione dell’accelerazione e la programmazione della velocità di funzionamento consentono un uso efficiente dell’energia e permettono di ottenere ulteriori risparmi.
La quantità di energia elettrica che consuma un cobot può essere contenuta al punto da rendere gli effetti della sua integrazione praticamente residuale rispetto alla bolletta energetica nel suo complesso, un vantaggio importante in ogni momento ma che diventa addirittura fondamentale in fasi – come queste – contrassegnate da rincari a doppia o tripla cifra.
Il nostro staff tecnico e commerciale resta a disposizione per fornire maggiori informazioni e per valutare insieme le soluzioni di automazione più efficienti in base alle specifiche esigenze di ciascuna produzione.