Automotive e la scelta vincente: i Robot Collaborativi
Una nuova generazione di robot è entrata con successo nella catena evolutiva della robotica. Sono i robot collaborativi, ovvero colleghi non umani con i quali è possibile lavorare fianco a fianco, a pochi centimetri di distanza, senza necessità di recinzioni perimetrali di sicurezza, condividendo lo stesso spazio di lavoro. Un aiutante in grado di svolgere operazioni ripetitive o pericolose e in grado di dare cadenza e sequenzialità al lavoro svolto.
Il settore automotive non è rimasto indifferente a questa tipologia di robot, le grandi case automobilistiche internazionali utilizzano abitualmente i robot collaborativi traendo dalle loro caratteristiche grandi vantaggi. In questo articolo citiamo in particolare due grandi marchi automotive: Bmw e Volskwagen
Volkswagen e Bmw utilizzano i Robot Collaborativi
Bmw e Volskwagen non hanno bisogno di presentazioni. Sono due esempi importanti del settore automobilistico che hanno adottato da tempo robot collaborativi nei loro relativi impianti.
Il robot impiegato alla Volkswagen, come si può vedere nel video, lavora sulla linea di montaggio della testata motore con il compito di inserire le candele di accensione nella sede corretta. Questa operazione precedentemente era svolta solo ed esclusivamente da un operaio, il quale, per inserire le candele nei fori poco accessibili delle testate, doveva continuamente assumere posture scorrette e alla lunga dannose per la schiena e svantaggiose per la produzione.
Come si vede nel filmato il robot condivide lo spazio di lavoro e si avvicina durante il movimento di inserimento al corpo dell’operatore. E’ il robot ad effettuare l’inserimento, l’operatore invece le fissa, le isola dalla testata e verifica che il processo sia stato eseguito correttamente senza assumere posture poco salubri.
E’ un vero e proprio lavoro di squadra, in grado di aumentare l’efficienza ma anche di conservare la forma fisica dell’operaio.
Il movimento di inserimento deve garantire precisione ma anche delicatezza al fine di evitare collisioni e possibili danneggiamenti delle parti che entrano in contatto tra loro.
Nel caso delle applicazioni automotive si possono osservare da vicino questi due principi dell’approccio collaborativo nei robot:
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la rilevazione della forza impressa durante il movimento, che permette di scegliere se fermare il movimento del braccio robotico o comandare di cedere, di comportarsi quasi da molla, se la forza incontrata supera quella impostata nelle istruzioni di programmazione
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l’utilizzo di una speciale pinza cedevole che si deforma in caso di impatto
Questo video invece riprende una fase della produzione alla Bmw
In questo caso viene impiegato un robot UR10 della Universal-Robots per depositare materiale di sigillatura sulle superfici delle portiere delle auto, in modo tale da rendere l’abitacolo isolato dalle infiltrazioni d’acqua e dai rumori esterni.
Senza un robot collaborativo particolarmente preciso l’operaio avrebbe dovuto:
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piegarsi ogni volta, assumendo posizioni scomode e logoranti
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portare utensili pesanti, rallentando la produzione e aumentando la fatica
L’assunzione di posizioni scomode, per nulla ergonomiche, per 8 ore di lavoro al giorno significava logorare le persone e aumentare il malcontento tra gli operai. Come dice il capo dell’innovazione di BMW Stefan Bartscher [highlight dark=”no”]Fare questa attività 8 ore al giorno è come giocare una partita di Wimbledon[/highlight]
La concorrenza si sta già automatizzando
Questo è uno dei robot della Universal-Robots che abbiamo a catalogo, impiegato in un’azienda cinese.
La tua azienda per restare competitiva non può restare a guardare il progresso della concorrenza. Abbiamo parlato di Bmw e Volkswagen, ma nel prossimo articolo parleremo anche di una realtà meno grande come quella dell’azienda danese Trelleborg, perchè l’utilizzo di robot collaborativi non è un “lusso” che solo le grandi multinazionali possono permettersi.
Non sono una spesa proibitiva, in particolare se si tiene conto del ROI (Return of Investment) che sono in grado di assicurare in breve tempo.
In questo video, in lingua inglese, è possibile ascoltare l’esperienza di utilizzo raccontata direttamente da un dirigente nell’ambito automotive che ha deciso di investire in questa direzione.
In tutti i casi descritti abbiamo potuto notare come i robots non solo migliorino le condizioni lavorative (svolgendo lavori ripetitivi) e di salute degli operai. Bensì sono determinanti nell’’aumento del TQM (total quality management) cioè la garanzia di alta qualità in tutte le fasi del lavoro soprattutto quelle con maggior utilizzo di manualità e basso margine di automazione.
L’utilizzo dei robot sta per diventare una scelta obbligata, non solo nel settore automobilistico, a causa di un mercato del lavoro sempre più anziano. L’età lavorativa e quella pensionabile aumenta ogni anno che passa, a breve si andrà in pensione dopo i 70 anni.
Sarà sempre più necessario trovare strumenti che semplifichino i lavori pesanti. I robot collaborativi sono proprio l’ideale, ma infatti non sono stati costruiti per caso, bensì provengono da tutte queste esigenze che abbiamo appena descritto.