Robot collaborativi vs robot cooperativi: facciamo chiarezza

Nel mondo dell’automazione industriale, i termini robot collaborativi (o cobot) e robot cooperativi talvolta vengono usati impropriamente in modo intercambiabile, quasi fossero sinonimi. In realtà rappresentano due approcci distinti alla robotica, con caratteristiche e ambiti di applicazione specifici.

Questa confusione terminologica può generare fraintendimenti. In qualità di pionieri della robotica collaborativa in Italia dal 2011, vogliamo contribuire a fare chiarezza.

Robotica collaborativa: sicurezza integrata e versatilità

I robot collaborativi sono “progettati per interagire direttamente con le persone all’interno di uno spazio di lavoro collaborativo definito”, nella maggior parte dei casi senza la necessità di barriere fisiche, nel rispetto della normativa ISO 10218-2. Questo è possibile grazie a tecnologie avanzate che integrano sensori di sicurezza, in grado di controllare forza, velocità e movimento in tempo reale.

Un esempio concreto sono i cobot Universal Robots, di cui siamo distributori in Italia: essi dispongono di 17 funzioni di sicurezza, integrate per garantire la massima protezione degli operatori senza compromettere la produttività.

Nell’ambito del Regolamento Macchine UE 2013/1230, i cobot UR sono considerati “quasi-macchine” che prima di essere integrate in una cella robotica devono essere conformi ai dettami dell’articolo 11.1, come è in effetti.

La loro versatilità li rende ideali per un’ampia gamma di applicazioni, dalla pallettizzazione all’avvitatura, fino alla saldatura o alla finitura superficiale. Una volta riprogrammati, possono adattarsi a nuove esigenze produttive, offrendo un grande valore nel tempo.

Robot cooperativi: sicuri sì, ma solo con laser scanner

I robot cooperativi, invece, utilizzano laser scanner per creare zone di sicurezza virtuali. Quando un oggetto o una persona entra nell’area delimitata, il robot rallenta progressivamente il movimento fino a fermarsi in una posizione di sicurezza, se questo si rende necessario per non impattare.

Questa tecnologia è particolarmente utile in applicazioni dove il robot opera in altezza, come a livello delle spalle o della testa di una persona. In questi contesti, i laser scanner offrono una soluzione semplice per garantire un ambiente sicuro, anche se questo comporta limitazioni nei movimenti e una minore flessibilità operativa rispetto ai cobot.

Robot collaborativi vs robot cooperativi: la differenza sostanziale

La differenza fondamentale tra robotica collaborativa e robot cooperativi sta nella quantità di spazio che occupano.

Trattandosi di automazioni che hanno bisogno di laser scanner per delimitare il loro ambito di attività, è necessario intervenire sullo spazio circostante per posizionarli in maniera funzionale alle esigenze dell’applicazione.

Nel confronto tra un robot tradizionale e un collaborativo usati entrambi in modalità cooperativa, l’area che serve circoscrivere intorno al primo è mediamente sempre più grande rispetto a quella necessaria per l’altro.

Un discorso simile si può fare quando il confronto è tra un cobot usato in modalità cooperativa e uno in piena collaboratività: in questo caso, è evidente che un robot il cui movimento è condizionato da quanto rileva un laser scanner occupa molto più spazio rispetto a un robot pienamente collaborativo che può condividere lo spazio con gli operatori che lo utilizzano.

Integrare funzioni cooperative nei robot collaborativi

Vale la pena ribadire che, se necessario, è possibile integrare funzioni cooperative nei robot collaborativi.

Ad esempio, per applicazioni come la pallettizzazione in altezza, l’aggiunta di un laser scanner a un cobot può aumentare ulteriormente la sicurezza, senza sacrificare la versatilità che lo contraddistingue.

Questa possibilità rende i cobot una scelta ancora più strategica, poiché combinano il meglio dei due mondi: flessibilità operativa e sicurezza avanzata.

Collaborativi o cooperativi?

Se da un lato i robot cooperativi basati su automazioni spinte offrono soluzioni utili in contesti specifici, per esempio quando si ricerca la velocità della produzione in serie, i robot collaborativi sono meno rapidi ma rappresentano una scelta più versatile e che ben si presta a essere impiegata in una varietà di applicazioni industriali.

Come abbiamo visto, entrambe le soluzioni offrono dei vantaggi che devono essere ben bilanciati con i limiti quando si tratta di realizzare un’automazione, sulla base delle esigenze specifiche della stessa e della produzione all’interno della quale viene impiegata.

Lo staff tecnico e commerciale Alumotion, forte di un’esperienza a tutto tondo nel settore della robotica e con una competenza verticale maturata nel tempo sulle soluzioni collaborative, è sempre a disposizione – attraverso i riferimenti indicati nella pagina Contatti del sito – per accompagnare le realtà produttive alla scoperta della soluzione migliore per ogni specifica esigenza, tenendo conto dei tanti fattori rilevanti.

Scritto da Pubblicato il: 9 Dicembre 2024