Alumotion al fianco della startup ReHouseIt per i cobot che stampano in 3D elementi d’arredo innovativi

Sono più di 700 in tutta Italia (e in particolare in Lombardia ed Emilia-Romagna) le installazioni di celle robotiche collaborative che abbiamo aiutato a vedere la luce dal 2008 a oggi, assistendo le aziende che si sono rivolte a noi con l’idea di affidare ai cobot una parte della propria produzione.

La storia di queste esperienze ci ha visti realizzare applicazioni di ogni genere, dal carico/scarico macchina all’automatizzazione della lucidatura e della levigatura di elementi e di superfici, passando per il pick & place, l’avvitatura, e per attività come la pallettizzazione che possono essere affidate in poche ore a soluzioni di robotica collaborativa plug&play come il nostro kit RPAC-A10.

Ma le potenzialità dei cobot permettono di andare anche oltre rispetto ad attività che sono piuttosto comuni in ambito industriale, come conferma l’esperienza – che in queste settimane è arrivata alla fase delle prime produzioni – che ci ha visti affiancare il team di innovatori della startup ReHouseIt.

L’azienda – per la precisione una “società benefit”, ossia una realtà che integra già nel proprio oggetto sociale l’impegno ad avere, oltre al profitto, anche un impatto positivo sulla società e sulla biosfera – nasce da un’idea di Nicolò Verardi, giovane ingegnere formatosi al Politecnico di Milano, e del suo amico Riccardo Frezzato, studente di economia e finanza alla Teesside University di Middlesbrough (UK).

I due ragazzi (a cui nel frattempo si è aggiunto Marco Benvenuti, designer) stanno lavorando da tempo a un materiale innovativo, che nasce dal recupero e dalla combinazione di scarti dell’industria pesante e scarti del settore agroalimentare e offre la possibilità di realizzare particolari elementi d’arredo per interni di abitazioni e uffici, integrando elementi per l’isolamento termico e acustico.

team rehouseit

Il materiale al momento non ha ancora un nome commerciale, ma ha già 2 brevetti e sta attirando le attenzioni di diverse aziende del settore riconosciute su scala internazionale, segno di un potenziale davvero notevole ed ennesima testimonianza di come il genio italico possa continuare a essere precursore e punto di riferimento per tutto il mondo.

Senza addentrarci in tecnicismi, l’invenzione di Nicolò e Riccardo è un materiale composito che nasce dal mix di un particolare scarto vegetale – di risulta di una produzione industriale per cui l’Italia è tra i leader al mondo – e di un legante che viene anch’esso dai sottoprodotti di un altro settore industriale.

Si tratta, quindi, di un materiale di recupero che deriva da risorse che altrimenti andrebbero sprecate, sarebbero rifiuti e di conseguenza dovrebbero essere smaltite (con i costi e l’impatto che questa attività comporta).

Il materiale brevettato ReHouseIt nasce da un’inertizzazione completa della materia prima seconda, che viene completamente trasformata. Questo la rende antimuffa, impermeabile, ignifuga, stabile nel tempo e traspirante al vapore, per ottenere ambienti più salubri e un living confortevole. Inoltre, impedisce la liscivazione e le fluorescenze, che invece sono intrinseche nel cemento per via delle sue reazioni chimiche.

Il suo ciclo di vita è continuamente replicabile, dal momento che non solo nasce da materie di scarto ma può essere a sua volta completamente riciclato: in nessuna fase si producono degli scarti!

prodotto rehouseit

Un’ulteriore innovazione introdotta dai fondatori di ReHouseIt sta nella particolare modalità di produzione del materiale, che arriverà sul mercato in moduli – di forme e dimensioni standard, da assemblare tra loro (un po’ come i mattoncini con cui siamo abituati a giocare) e che si possono scomporre e ricomporre quando si vuole – con la parte frontale caratterizzata da geometrie in rilievo stampate con la tecnica della stampa 3D, grazie a un estrusore.

È qui che entra in gioco il ruolo del nostro staff tecnico, che con Rosario Salvia ha affiancato ReHouseIt in una fase del suo percorso di crescita fondamentale per preparare lo sbarco sul mercato, atteso tra la fine del 2021 e l’inizio del prossimo anno.

Nicolò e Riccardo avevano infatti l’esigenza di poter realizzare delle estrusioni non solo su un piano ma a 360 gradi. In questo senso i sei gradi di libertà (6DoF) messi a disposizione da un robot collaborativo (e, a tendere, la possibilità di realizzare spostamenti anche sul settimo asse) sono ideali per arrivare al risultato desiderato.

I ragazzi cercavano inoltre uno strumento che fosse in grado di lavorare in sicurezza anche senza dover necessariamente adottare soluzioni di contenimento come le gabbie perimetrali, che avrebbero fortemente condizionato le possibilità di sviluppo e di produzione.

 

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La nostra assistenza a ReHouseIt è partita dall’ascolto di questa esigenza, mai sviluppata prima dal nostro staff e sicuramente unica perché legata a un’idea e a una tecnologia particolarmente innovativa, per arrivare alla soluzione robotica più efficace per soddisfarla, individuata in un braccio robotico UR10e.

In mezzo, a partire dai primi contatti avvenuti nell’ottobre del 2020, abbiamo collaborato per diversi mesi offrendo supporto e assistenza per tutta la parte di sviluppo, durante la quale si è reso necessario far dialogare tra loro il braccio del nostro partner Universal Robots e l’estrusore di ReHouseIt, che invece impiega una tecnologia sviluppata internamente dalla startup innovativa.

Il braccio robotico UR10e si è fatto apprezzare per la rapidità di configurazione e impiego e anche perché permette di realizzare la stampa del materiale senza tempi di fermo: ReHouseIt sta già testando anche la possibilità di far collaborare due robot in modo che mentre uno si occupa di creare l’estrusione l’altro può rifinire lo stampato con un rivestimento superficiale che dona una migliore percezione estetica e al tatto.

Siamo molto contenti di aver incontrato nel nostro percorso una realtà come Alumotion e un professionista come Rosario, per la loro capacità di andare al di là dell’aspetto meramente commerciale e di aiutarci con la loro competenza e un’esperienza specialistica sui cobot e le loro possibili applicazioni a sviluppare insieme un progetto inedito – spiega Nicolò Verardi – Qualunque fosse la nostra richiesta, Alumotion si è dimostrato un interlocutore disponibile, veloce e attento quanto noi a voler ottenere il massimo risultato dallo sforzo progettuale messo in atto”.

Supportare ReHouseit nello sviluppo di un’esigenza così particolare è stata una vera e propria sfida – conferma il nostro Rosario Salvia – ma l’abbiamo accettata subito con curiosità ed entusiasmo. Strada facendo abbiamo trovato in Nicolò e Riccardo due professionisti molto propositivi ma anche attenti e ricettivi nell’accogliere le nostre indicazioni come suggerimenti costruttivi e utili per portare avanti il progetto nel modo migliore”.

 

estrusore rehouseit

I risultati ottenuti finora hanno permesso di portare avanti la fase di ricerca e sviluppo propedeutica allo sbarco sul mercato con soddisfazione reciproca.

Siamo convinti che questo possa essere solo l’inizio di un progetto con enormi potenzialità di crescita e di innovazione, e siamo felici che ReHouseIt abbia voluto il nostro supporto in un momento così cruciale del suo percorso di crescita e lancio, a cui auguriamo la miglior fortuna.

Categorie: Casi applicativi