Cobot e automazione: dal packaging all’elettronica, dall’alimentare alla minuteria meccanica, le imprese italiane scoprono i vantaggi della robotica collaborativa
La robotica collaborativa cresce anche in Italia a doppia cifra e trova applicazione in sempre più imprese dei settori più disparati.
Nel settore automotive, tradizionalmente tra quelli a più alta automazione e primo in assoluto nell’adozione di robot industriali – ha iniziato infatti General Motors nel 1962 – i robot collaborativi trovano sempre più utilizzo in numerose attività: dall’avvitatura di viti e bulloni alla movimentazione di componenti, l’esigenza di flessibilità produttiva legata a personalizzazioni sempre più spinte ha reso molto interessanti i cobot, che possono venire riprogrammati con facilità e in pochissimo tempo.
Nel settore del packaging (ma non solo) i cobot sono sempre più impiegati soprattutto in applicazioni di pallettizzazione: occupano poco spazio, sono facilmente trasportabili da un fine linea ad un altro e non necessitano di gabbie protettive.
Grazie a celle robotiche preconfigurate, tra cui il nostro RPAC-A10, automatizzare il processo di pallettizzazione è sempre più conveniente, anche nell’ottica di evitare alle persone impiegate in azienda un’attività dall’alto rischio di logorio ed infortunio.
Un terzo settore dove i cobot stanno trovando sempre più utilizzo è quello dell’elettronica: in questo caso torna molto utile l’agilità dei cobot nel manipolare una scheda o un circuito su più assi, o ancora la capacità di inserire un componente prestando attenzione alla forza applicata. Lo stesso robot collaborativo può, in una medesima sequenza di lavoro, compiere più azioni, anche grazie a teste multi-terminale.
Tra i vantaggi della manipolazione robotica dei componenti c’è anche quello della possibilità di compiere analisi e misurazioni già nella cella robotica stessa, raccogliendo informazioni preziose che possono aumentare la qualità delle partite prodotte e ridurre i tempi di produzione, grazie alla capacità di intervenire rapidamente con la sostituzione di componenti difettosi.
Sono inoltre diverse le aziende di elettronica che impiegano più cobot che interagiscono tra loro: ad esempio un cobot manipola una scheda, mettendola in una posizione ideale per una determinata lavorazione, e il secondo cobot effettua la lavorazione. Ancora, in altri casi più cobot contemporaneamente compiono la medesima operazione, come ad esempio incastrare una scheda nel suo alloggiamento.
La destrezza dei moderni robot collaborativi è sempre di più apprezzata anche nei laboratori farmaceutici, in cui molte operazioni sono ripetitive, richiedono un’elevata precisione ed un ambiente il più possibile sterile.
Dal dosaggio alla marcatura, dal controllo di qualità a numerosi altri processi, è sempre più facile vedere all’opera dei cobot, anche nei laboratori più piccoli.
Ancora una volta, la possibilità di operare senza gabbie perimetrali ed il ridotto ingombro di questi dispositivi permettono di collocarli in laboratori dove ogni centimetro è prezioso e, quando previsto, consentono agli operatori di spostarli facilmente a seconda del compito da svolgere, potendo utilmente impiegare un singolo cobot per più applicazioni.
Se ci spostiamo nel settore alimentare, casi applicativi come quello che abbiamo sviluppato insieme a Cascina Italia sono la testimonianza del valore di questi dispositivi: nel caso specifico una cella robotica collaborativa si occupa di inscatolare fino a 1,5 milioni di uova confezionate al giorno, riponendole con delicatezza nella scatola strato dopo strato dopo averle prelevate da un fine linea.
Sempre in questo settore è particolarmente vincente la combinazione con sistemi di visione basati su algoritmi di machine learning (noti anche come sistemi di visione artificiale), utilissimi per scriminare eventuali prodotti di seconda scelta o inadeguati alla vendita.
Anche in questo caso, la possibilità di manipolare con estrema delicatezza oggetti con forme irregolari posizionati su un piano, rende l’utilizzo di cobot una scelta in grado di assicurare un rapido e sostanzioso ritorno sull’investimento.
Tornando alle produzioni meccaniche, ed in particolare a quello della minuteria meccanica, (una vera e propria eccellenza per il nostro Paese), nelle celle robotiche collaborative trovano sempre più spazio i piani vibranti intelligenti come Asyril, in grado di controllare attraverso le vibrazioni la disposizione dei componenti presenti nel piano.
Questi piani, uniti a sistemi di visione artificiale, permettono di posizionare anche i componenti più complessi in modalità che ne rendono la manipolazione da parte del cobot possibile e utile.
Anche in questo caso sono sempre più le aziende che approfittano di questa fase della lavorazione per effettuare controlli di qualità, migliorando la produzione.
La crescita dell’utilizzo dei cobot in Italia ben si sposa con la peculiarità del nostro Paese, che vede un tessuto prevalente di piccole e medie imprese, dove spesso il confine tra industria ed impresa artigiana è molto labile.
Se l’accesso ai cobot è agevolato da incentivi statali che ne riducono ulteriormente il costo e ne accelerano il ritorno sull’investimento, c’è ancora moltissimo valore che può nascere dal connubio tra uno strumento flessibile e la creatività italiana: le aziende che hanno “portato in casa” uno o più cobot stanno già infatti apprezzandone il potenziale nel proprio processo produttivo, immaginando – e in qualche caso già sperimentando – soluzioni che possono fare la differenza per la loro competitività.