I cobot e l’uomo: collaborare, non sostituire
Paura diffusa è che l’uomo possa essere sostituito da un cobot (robot collaborativo) ma in una visione positiva del cambiamento, possiamo affermare che quest’ultimo gli sarà notevolmente d’aiuto.
I cobot sono pensati appunto per collaborare con gli esseri umani, muovendosi al interno dello stesso spazio produttivo (senza interposizione di barriere o gabbie) e svolgendo le mansioni più faticose, ripetitive e meno creative. L’uomo continuerebbe così a curarsi delle lavorazioni più qualificanti e di maggior valore aggiunto.
La robotica collaborativa è in continua espansione: ad oggi i robot collaborativi rappresentano solo il 3% delle vendite di robot ma si prevede che nel 2025 la percentuale salirà al 34%. Punto forte è la capacità di interagire con l’operatore, coordinando i movimenti e scongiurando la possibilità di incidenti grazie a telecamere ed appositi sistemi anticollisione.
I cobot inoltre sono piccoli, agili e facilmente programmabili. Il che permette una rapida installazione in azienda e facile utilizzo per l’operatore.
Grazie a tutte queste caratteristiche, il robot collaborativo viene considerato più “democratico” e a portata di mano rispetto un robot industriale. Diversamente da quest’ultimo, i collaborativi sono strumenti con sistemi di programmazione intuitivi, facile set-up e semplice utilizzo.
Diverse esperienze dimostrano come l’introduzione di un robot collaborativo nel sistema produttivo abbia aumentato la produzione richiedendo, di conseguenza, assunzione di nuovo personale. Aumentando produttività ed efficienza inoltre, alcune aziende hanno scelto di “riportare a casa” lavorazione prima affidate a terzi per ragioni economiche.
Il cobot risulta quindi un’ottima soluzione che permette a piccole e medie aziende di colmare il divario tra produzione artigianale e produzione automatizzata aumentando così la produttività e portandole ad essere più competitive.
La loro versatilità li rende facilmente intercambiabili tra le diverse postazioni di lavoro passando così da operazioni di asservimento macchina ad operazioni di assemblaggio o avvitatura.
Il successo della collaborazione uomo-macchina sta nel suddividere correttamente i diversi compiti, assegnando alla macchina i lavori più logoranti e lasciando al operatore i compiti più stimolanti e meno faticosi.
Secondo recenti ricerche, le occupazioni con maggiori possibilità di automazione sono quelle che richiedono personale poco competente e specializzato e per far fronte a questa riorganizzazione del lavoro, le aziende dovranno investire tempo, risorse e denaro della formazione del personale.
Così facendo, figure apparentemente “obsolete” saranno in grado di interagire con le nuove tecnologie e ricoprire incarichi più qualificati.
La collaborazione tra uomo e macchina porterà alla nuova rivoluzione dell’ Industria 5.0, nella quale il binomio uomo-robot sarà fondamentale per sviluppare e aumentare l’efficienza della produzione.