L’Automazione Robotica? E’ alla portata di tutti!
La robotica e l’automazione hanno fatto passi da gigante, come abbiamo scritto in questo articolo. Ma nonostante i grandi progressi raggiunti, tante aziende si bloccano di fronte a un passo importante come quello che porta a investire nella direzione di una maggiore automazione robotica. In questo articolo cercheremo di affrontare queste “indecisioni” argomentando punto per punto i principali fattori di blocco.
I 3 Fattori che bloccano le imprese riguardo l’automazione robotica
Prima di elencare i 3 fattori che bloccano le imprese riguardo una maggiore automazione robotica dei propri processi produttivi, citiamo l’esempio della Danimarca. Uno dei paesi europei in cui è maggiore la corsa all’automazione. Nonostante vendite e altri indicatori economici confermino una tendenza positiva, solo il 30% delle aziende danesi sono automatizzate. Questo dato è stato spiegato dal Danish Technological Institute (DTI) attraverso tre fattori decisivi.
- Mancanza di tempo
- Mancanza di competenze
- Mancanza di tecnologie
Nonostante le conclusioni del DTI siano contestualizzate nella realtà danese, possiamo tranquillamente affermare che questi fattori di “blocco” valgono anche per la realtà italiana.
Andiamo ad esaminare punto per punto questi elementi.
Mancanza di tempo
Søren Peter Johansen manager del DTI per analizzare questo fattore, propone l’esempio di due cavernicoli alle prese con un carrello munito di ruote quadrate. Non appena incontrano il cavernicolo con il carrello fornito di ruote rotonde, affermano di non avere il tempo necessario per introdurre la novità sul proprio carrello. Pertanto continuano a raggiungere i loro obiettivi, come se niente fosse, rifiutando un progresso oggettivo, in nome del tempo risparmiato che avrebbero impiegato per migliorare il proprio mezzo.
Potrà sembrare una storiella paradossale, ma in realtà quante aziende stanno prendendo tempo, anzi, perdendo tempo, proprio con la scusa che automatizzare i processi di produzione richiede tempo che non hanno a disposizione?
Come superare questo fattore di stallo? Si potrebbe iniziare argomentando, dati alla mano, i vantaggi che si possono ottenere con un processo di automazione robotica mirato e intelligente. Il tempo che occorre per automatizzare la propria azienda, verrebbe presto ripagato con l’acquisizione di nuovi clienti, con una qualità del prodotto maggiore e con un netto miglioramento nell’abbattimento dei tempi morti.
Il tempo che si necessita per rivoluzionare la tua azienda (processo che in ogni caso va realizzato in piccoli passi e non da zero) verrà ripagato anche in termini di tracciabilità. Ci riferiamo al fatto che se in futuro si dovessero incontrare problemi di qualità nel prodotto, grazie a una gestione automatizzata della tua impresa si riuscirebbe a individuare velocemente la causa della mancanza di qualità di un determinato prodotto.
Un altro aiuto per superare il blocco da “non ho tempo per automatizzare la mia produzione” è questo tool online: Robot Investment
In futuro realizzeremo una guida per capire meglio come muoversi all’interno di questo strumento. In sintesi è una sorta di piattaforma online (e gratuita) in grado di prevedere, in linea di massima, gli investimenti (intesi anche come tempo) necessari per rendere la propria azienda più efficiente sotto il profilo dell’automazione robotica. Una volta inserite le informazioni riguardanti l’impresa, per esempio, settore, numero di dipendenti, budget a disposizione, ecc, il tool permette di scaricare un pdf con una previsione di spesa, il ritorno dell’investimento e tante altre indicazioni utili.
Tra i vari suggerimenti di Robot Investment soffermiamoci su questa interessante checklist:
Tra le varie domande di questa checklist preliminare:
- L’investimento ti porterà profitto? Hai fatto un’analisi di quanto tempo impiegherai per finire di pagarlo?
- Le parti che devi produrre, sono processabili anche con una produzione automatizzata?
- La tua organizzazione è già rodata per l’automazione robotica? Hai abbastanza conoscenze e competenze?
- Il prodotto è troppo preciso per la soluzione automatizzata che vuoi adottare?
Un altro valido argomento in grado di superare l’ansia da “mancanza di tempo”? Basterebbe pensare al rischio di non investire nell’automazione. Ovvero al rischio concreto che la concorrenza si stia già muovendo nella direzione dell’automazione robotica.
Le aziende che investono in tecnologie 3D e robotica sono più performanti in termini di valore aggiunto rispetto ai competitors di settore che ne fanno a meno. Il divario nel rapporto valore aggiunto/produzione tra imprese “tecnologiche” e “tradizionali” aumenta di anno in anno: nel 2007 era di 1,3 punti percentuali, mentre nel 2014 è stato addirittura del 6,2%. Fonte Il Sole 24 ORE Conclusioni dello studio ideato dalla fondazione Make in Italy e realizzato da Fondazione Nord Est e Prometeia
Prima di lanciarsi a capofitto verso una totale automazione della propria azienda è consigliabile analizzare i singoli processi che compongono l’intera produzione. Anche perchè non è da escludere che certi micro processi, talune singole operazioni, non siano da automatizzare per niente. Concentrandosi inizialmente su micro processi si riduce il rischio di un insuccesso e permette di guadagnare tempo prezioso rispetto ad un’automatizzazione globale.
Un altro consiglio prezioso da parte del DTI (e che ci trova pienamente d’accordo) è quello di appoggiarsi alle aziende partner, ai fornitori. Magari affittando o prendendo in prestito per un breve periodo un macchinario. Giusto il tempo per testarlo, per prendere confidenza con la nuova tecnologia che si vorrebbe introdurre.
2) Mancanza di Competenze
Quante volte ci sentiamo dire: “Non abbiamo personale competente nel campo dell’automazione robotica?”
Se si sta cercando un semplice robot per un’automazione di base, meglio iniziare senza esitazioni. Ma se si sta cercando un’applicazione robotica per automatizzare un processo più articolato (potrebbe essere il dosaggio di una sostanza, pittura, silicone, non solo spostare oggetti) meglio aspettare.
Prendendo come riferimento la Genefke Scale sempre dal sito Robot Investment è possibile capire il livello di tecnologia che occorre.
Al termine di un’analisi preliminare e approfondita, nel caso in cui l’azienda sia in grado di stanziare parte del proprio budget per assumere un esperto, si procede con la ricerca. Che deve essere ben ponderata. Non basta scegliere persone che hanno conoscenze generiche su automazione e robotica, l’importante è individuare la persona che conosce in modo approfondito i processi da automatizzare che servono alla propria azienda. Un esempio? Potrebbe non essere sufficiente investire in una persona in grado di programmare un robot per una saldatura, se il programmatore non conosce la saldatura stessa.
In periodo di crisi assumere nuovo personale potrebbe significare caricare l’azienda di ulteriori costi imprevisti. Una soluzione a questo problema potrebbe essere quella di iscrivere i propri dipendenti a corsi di formazione, come i nostri seminari sulla robotica che organizziamo periodicamente. Oppure contattare esperti come consulenti esterni o condividere tali esperti tra più imprese partner.
Coinvolgere tutti i livelli dell’organizzazione è un altro punto chiave nel processo di automazione. Non basta coinvolgere coloro che sono bravi ad avvitare viti o programmare robot. E ‘altrettanto importante rendere partecipi coloro che possono pensare in modo strategico, motivare i dipendenti, realizzare sinergie tra di loro.
Il punto però è che sono gli stessi vertici che devono avere queste competenze. Molto spesso infatti è proprio il management che necessita di conoscenze, lo confermerebbe anche questo studio danese.
Frank Faurholt, presidente del Dau (Danish Automation Society) e dirigente di spicco di Siemens Danimarca a tal proposito ha affermato:
[highlight dark=”no”]”Il management deve comprendere che l’automazione robotica non deve essere vista come un’altra spesa che interessa solo la produzione di un’azienda, l’automazione deve essere invece incorporata nella strategia globale dell’azienda stessa. “[/highlight]Sempre per sopperire alla mancanza di competenze, non è da sottovalutare il ruolo dei fornitori e dei clienti.
Il fornitore in particolare, va scelto attentamente e non solo in base al miglior prezzo. Ci sono altri aspetti importanti da valutare. Il fornitore ideale è quello che si riesce a coinvolgere nei propri processi di produzione. Potrebbe essere un investimento, un fornitore coinvolto nel tuo processo produttivo infatti permette di risparmiare sui costi non diretti. Se il fornitore diventa una sorta di partner aziendale a tutti gli effetti, si costruisce una solida intesa, perchè nasce una comprensione reciproca delle rispettive esigenze. Cambiare fornitore in base solo alla logica dei costi più basi, richiederebbe ogni volta perdite di tempo nell’insegnamento dei propri processi produttivi.
Un’altra soluzione da considerare, in particolare se ci si trova nella categoria 5 della scala Genefke, è quella di comprare l’impianto produttivo del fornitore con il quale si ha già stabilito delle connessioni.
Un ultimo consiglio per compensare la mancanza di competenze? Partecipare a fiere, eventi e conferenze del settore, viaggiare e prendere ispirazioni e contatti importanti.
Seguire siti internet, gruppi di LinkedIn e perchè no… seguire il nostro blog, iscriversi alla Newsletter, vedere i nostri video su Youtube, senza dimenticare la pagina Facebook.
Per esempio, nel nostro blog parliamo spesso di case history interessanti a proposito di automazione. Tra gli articoli più letti del nostro blog risulta quello dedicato al caso Trelleborg. Un’azienda che ha investito sulla robotica collaborativa partendo da zero robot. Ora diventata un’impresa di riferimento nel suo settore, con decine di unità robotiche al servizio, con un aumento del fatturato e del personale a disposizione.
Altrettanto interessante il caso dell’azienda svedese Orkla Foods Sverige, la quale produce, tra i vari prodotti, creme alla vaniglia. Prima di automatizzare la produzione i contenitori della crema alla vaniglia erano confezionati manualmente all’interno di scatole in cartone. Dopo un’attenta analisi, realizzata da personale competente, il processo è stato automatizzato attraverso la collocazione di sacchetti in cartoni effettuati da un robot UR10. Johan Linné, manager di Orkla Foods, ha affermato che [highlight dark=”no”]“l’introduzione del robot collaborativo UR10 ha aiutato l’azienda a semplificare la produzione ma anche il personale, ora non più alle prese con il sollevamento di carichi pesanti e con lo svolgimento di compiti noiosi e ripetitivi.[/highlight]
3) Mancanza di tecnologie
“Non riusciamo a comprare e a reperire la tecnologia di cui abbiamo bisogno”, un’altra esclamazione che sentiamo spesso da tante aziende interessate all’automazione.
In realtà la tecnologia, in particolare negli ultimi anni, si è mossa alla velocità della luce. Tecnologia che in passato era appannaggio di pochi e grandi multinazionali, ora, complici i prezzi che si sono abbassati, è alla portata anche delle piccole e medie imprese.
Altre volte quello che ci sentiamo dire è che mancano le tecnologie specifiche per un tipo particolare di produzione. Ma anche in questo caso si sottovaluta un altro dato di fatto nel campo della robotica e della automazione: la velocità con la quale appaiono nuove tecnologie. Probabilmente, proprio in questo momento, stanno per essere lanciati nuovi progetti per applicazioni specifiche che riguardano la produzione che vi interessa. Ci sono nuovi prodotti che si stanno affacciando sul mercato che rende possibile realizzare cose che in passato sembravano impossibili da produrre in modo automatizzato.
Quindi, prima di rifiutare un progetto di automazione robotica meglio non farsi sconfiggere dal pessimismo e fare delle ricerche sul mercato più approfondite.
Prima di individuare una tecnologia specifica per automatizzare la propria produzione, meglio provare a ottimizzare l’intero processo produttivo. A volte infatti il bandolo della matassa lo si trova riesaminando l’intero linea produttiva guardandola nel suo insieme e non focalizzandosi su alcuni, singoli, aspetti della produzione stessa. Uno degli esempi più calzanti è quello che riguarda l’Ikea. Invece di cercare tecnologie per automatizzare l’assemblaggio dei suoi mobili, si sono chiesti “e se facessimo assemblare i mobili stessi ai clienti?”
La cosa peggiore che si potrebbe fare è automatizzare processi che risultano essere superflui.
Se il progetto di automazione robotica della vostra azienda è in grado di raggiungere traguardi di innovazione che possano fare da traino per l’industria in generale, a livello globale, potete prendere in considerazione di richiedere fondi da vari enti, per esempio da EU Horizon 2020.
Fare un passo alla volta spesso si rivela la strategia vincente. E’ consigliabile iniziare con alcuni micro processi, e quindi unirli gradualmente tutti insieme una volta testati accuratamente. Se si ha l’intenzione di inserire processi di automazione comprendenti diversi fattori di rischio, meglio inserirli all’interno di micro processi per ridurre questo rischio, evitando così di danneggiare l’intero processo produttivo.